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Il mercatino Caritas
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NUOVA SEDE
presso i locali della Chiesa Parrocchiale Spirito Santo a Gaggiano

Accesso da via della Marianna - discesa con scale e scivolo

Intenzioni e celebrazioni particolari

IV Domenica di Quaresima

“Del cieco nato Gv 9, 1-38b”

22 marzo 2020

riflessione di don Piercarlo

Le tenebre, il buio fitto avvolgevano quel mendicante dalla testa aipiedi, condannandolo all’esclusione, all’emarginazione sociale e religiosa: senza lavoro, senza soldi, senza moglie, ne figli, senza obiettivi da raggiungere, senza poter attingere luce dalle sacre scritture e forse, neppure dalla fede. Di fronte ad un uomo conciato così, Gesù non gira la faccia dall’altra parte, ma gli va incontro e gli dona la vista.
Da questo Vangelo, vorrei con voi, fare queste considerazioni che attirano la nostra curiosità.

1 – Nella cultura giudaica, la disgrazia accade perchè ci si comporta male e Dio interviene con una punizione. All’origine c’è un
comportamento grave. La domanda dei discepoli era chiara: la colpa della cecità di chi è? Poveretto era escluso e maledetto: non poteva
leggere le scritture: perchè è definito come uno nato nel peccato. Gesù si ribella a questo concetto e dice che ne lui ne i suoi genitori hanno peccato, ma c’è uno spiraglio di speranza e di futuro – è così questo cieco – perchè in lui siano manifestate le opere di Dio.

2 – Il cieco non chiede nulla ed è oggetto sia dell’attenzione, sia dei gesti che Gesù compie. Gesù sputa per terra fa del fango , lo spalma sugli occhi del cieco e lo invita a lavarsi nella piscina i Siloe. Spalma del fango sugli occhi del cieco e lo invita ad andare. Lui obbedisce ed ecco la guarigione. Gesù è luce del mondo, non solo è luce anche dei cuori e delle mente degli uomini. Il cieco è un uomo docile. La malattia non chiede il permesso, entra nella sua persona e la ferisce, la grazia di Dio entra come luce, come uno spiraglio che adagio adagio illumina tutta la sua vita.

3 – L’incredulità dei giudei. Per ben 5 volte interrogano il cieco guarito, persino i genitori. Questi giudei non vogliono ammettere questa guarigione e chiedono il consenso da parte del cieco e dalla gente di sostenerli nelle loro tesi, nelle loro idee, cioè Gesù non può venire da Dio, perchè è inadempiente in tante cose: non osserva il sabato, è amico dei pubblici peccatori, si comporta stranamente, non secondo la legge di Dio. Negano l’evidenza. Più questi giudei si ostinano nel sostenere le loro tesi, più questa guarigione porta credibilità da parte della gente, degli spettatori, cioè questa dura presa di posizione dei giudei, spinge la gente a credere in Gesù.

4 – Il miracolo dei miracoli: la fede. Il cieco cacciato fuori non è interrogato da Gesù, ma Gesù lo aiuta a compiere la vera professione di fede. Tu credi nel Figlio dell’uomo?.. chi è Signore perchè io creda … tu lo hai visto, è colui che ti parla .. Io credo Signore!

Penso che illuminati da Cristo, ogni credente diventa capace, a poco a poco di considerare i fratelli ( gli altri ) in modo più evangelico, meno egocentrico, meno fondata sul criterio istintivo della simpatia, insomma in modo conforme a come Gesù ci insegna: uno solo è il Padre vostro, quello celeste e voi siete tutti fratelli. Questo è il vero sguardo di fede sul prossimo. Se è così, un po’ tutti quest’oggi ci accorgiamo di essere mendicanti i luce, bisognosi di essere guariti, non solo agli occhi, ma di essere guariti nel cuore.

Non possiamo non dimenticare in queste settimane le persone colpite dal virus e tutti gli altri malati: forse vedono i medici come Gesù che da la vista al cieco, cioè la guarigione e li riabilitano alla vita. Possiamo anche vedere l’operato dei medici, di tutto il personale della sanità come un modo di spargere il vangelo della vita.
Stiamo un poco barcollando nelle tenebre, però c’è sempre aperto lo spiraglio della luce che è la nostra salvezza; ed il vero miracolo da
chiedere a Dio è quello di credere nel Figlio suo Gesù. Amen!

Actio. Questa settimana, proviamo a trovare uno spazio nella giornata dove, per un momento chiudiamo gli occhi, stacchiamo la nostra mente da tutte le preoccupazioni che ci agitano, e proviamo con il nostro cuore a comporre una preghiera al Signore. Poi la possiamo condividere con un nostro amico, usando i social.

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