📌 S. MESSE

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Mer.09.00Spirito Santo
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Ven.09.00Spirito Santo
Sabato e vigilie
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Domenica e festività
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Il mercatino Caritas
"Dai & Dai"

Aperto tutti i giorni
escluso il lunedì
dalle 15.30 alle 17.30
NUOVA SEDE
presso i locali della Chiesa Parrocchiale Spirito Santo a Gaggiano

Accesso da via della Marianna - discesa con scale e scivolo

Intenzioni e celebrazioni particolari

V Domenica di Quaresima

“Gv. 11, 1-53”

Riflessione di don Piercarlo

Questo Vg a noi molto noto, è sempre ricco di spunti di riflessione che ci aiutano di più a conoscere Gesù. Ci sono alcune tratti di umanità e di fede di Gesù che ci invitano alla conversione, per rendere la nostra vita più evangelica, per essere uomini e donne capaci di portare gioia, vita, speranza e amore. Mi stupisce:

L’amore esagerato di Gesù per tutti noi. Ritorna in Giudea, dove pochi giorni prima era stato preso a sassate e costretto ad allontanarsi dal tempio. Gesù ci mostra che l’amore che lo lega ai fratelli e a Dio, è forte, esigente, ma fecondo. Un amore esagerato.

L’amicizia che lega Gesù a Lazzaro e alle sorelle. Gesù voleva bene a queste persone. Un’amicizia bella, trasparente, che forse aveva bisogno di essere completata. “ Marta dice a Gesù: se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto, ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concede”. Forse questa amicizia aveva bisogno di un segno chiaro e decisivo: la fiducia. Forse queste sorelle avevano fiducia di Gesù, ma non era una fiducia totale.

Il pianto di Gesù: commuove vedere Gesù che si mette a piangere, ma commuove di più intuire che Gesù non è staccato dal nostro vivere
quotidiano, non è estraneo al dolore, alle nostre preoccupazioni. Ama stare dentro ogni tipo di situazioni e aiutare noi ad alzare lo sguardo al Padre.

La preghiera di Gesù al Padre: lo so che mi dai ascolto, ti rendo grazie insieme a questi amici perchè sappiano che tu mi hai mandato. Una vera preghiera che nasce dal cuore e Gesù in questa preghiera dice quale dovrebbe essere la qualità della nostra preghiera: abbandonarsi alla volontà del Padre. Una preghiera di abbandono.

– Tre verbi: TOGLIERE – CHIAMARE – ANDARE, che meritano riflessione e che hanno a che fare con il nostro agire quotidiano.

* Togliere. Quella pietra crea una separazione tra Gesù e Lazzaro. Forse ci sono tante pietre che ci separano e ci portano alla auto esclusione. Forse è il caso di iniziare a capire che il Signore ci chiama alla vita e alla gioia, però se non hai il coraggio di cambiare il cuore di pietra in un cuore di carne, il buio rimane, restano le tenebre e la luce non si vede. Il peso opprime e produce tristezza, rassegnazione, paura.

* Forse, abbiamo bisogno di sentirci di nuovo chiamati dal Signore, capendo che il Signore è Padre di tutti, ama relazionarsi in modo uguale con i suoi figli. Quando ti senti chiamato per nome, ti senti contento, felice perchè hai la percezione che chi ti chiama ti conosce. La chiamata alla vita: Lazzaro esci, svegliati, lo dico proprio a te. Sentiamoci chiamati alla vita, sentiamoci portatori di speranza, sentiamoci figli di Dio.

* Lasciatelo andare, Lazzaro, quando si è svegliato, non è più preso dalla morte, non è più paralizzato… Quando accogliamo il Signore, gustiamo la sua presenza, questo ci fa risorgere e ci fa camminare in modo spedito, con i piedi sulla terra, gli occhi rivolti al Signore ed il cuore pronto all’amore verso i fratelli. Questo andare dice che siamo pronti ad annunciare, a cambiare, perchè Dio ama la vita. Dio ci fa gustare la vita.

– Cosa chiediamo al Signore oggi per noi e per i nostri fratelli?

A) come le sorelle di Lazzaro, alziamoci in fretta per andare incontro a colui che viene a liberarci. Essere certi, convinti che Gesù è il Signore della vita e non della morte. Il Signore non ci lascia soli in mezzo alle tempeste della vitaB) chiediamo al Signore il dono di una fede autentica e profonda che ci rende capace di dire: “ Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo! “ Queste parole per noi ora – direi per l’umanità intera – e per i nostri ammalati sono motivo di speranza e di fiducia.

Actio. Forse vi ho già detto che io, ho avuto una zia – zia di mio papà -, di nome Maria donna molto religiosa, di fede che amava pregare, lavorare e servire. Gli anziani tanti anni fa non venivano portati nelle case di riposo, rimaneva in famiglia.
Lei, quando sapeva che in paese c’erano persone malate, con la scusa di fare le iniezioni si rendeva disponibile a curarle di notte, senza chiedere nulla, cioè a gratis. La zia Maria mi ha fatto imparare bene la preghiera dell’Angelo di Dio…
Dicendomi: recita spesso questa preghiera, perchè è la preghiera che ti accompagna nel cammino della vita, per non sentirti mai solo.
In questo momento particolare, allora ogni tanto recitiamo l’angelo di Dio, per non sentirci soli, ma accompagnati dal Signore, meglio vicini al Signore.

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