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Il mercatino Caritas
"Dai & Dai"

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dalle 15.30 alle 17.30
NUOVA SEDE
presso i locali della Chiesa Parrocchiale Spirito Santo a Gaggiano

Accesso da via della Marianna - discesa con scale e scivolo

Intenzioni e celebrazioni particolari

Omelia Sabato Santo

11 aprile 2020

don Piercarlo

Le donne portano gli aromi alla tomba, ma temono che il tragitto sia inutile, perchè una grossa pietra sbarra l’ingresso del sepolcro. Il cammino di quelle donne è anche il nostro cammino; assomiglia al cammino della salvezza, che abbiamo ripercorso nelle letture di questa veglia. In esso sembra che tutto vada a infrangersi contro una pietra: la bellezza della creazione contro il dramma del peccato; la liberazione della schiavitù contro l’infedeltà all’alleanza; le promesse dei profeti contro la triste indifferenza del popolo. Così pure nella storia della chiesa e nella storia di ciascuno di noi: sembra che i passi compiuti non giungano mai alla meta. Può così insinuarsi l’idea che la frustrazione delle speranza sia la legge oscura della vita.

Oggi, scopriamo che il nostro cammino non è vano, che non sbatte davanti a una pietra tombale, nonostante le notizie che in questi giorni tengono fissi i nostri sguardi su ospedali gremiti di malati, di anziani sempre più soli, la paura ci paralizza e ci rende corto il fiato.
Una frase scuote le donne: “voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui”. Perchè pensate che sia tutto inutile, che nessuno possa rimuovere le vostre incertezze, meglio le vostre pietre? Perchè cedete alla rassegnazione o al fallimento? Pasqua fratelli e sorelle è la festa delle rimozioni delle pietre e dell’allontanare la paura della morte. Dio rimuove le pietre più pesanti, contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la morte, il peccato, la paura. La storia umana non finisce davanti ad una pietra sepolcrale, perchè oggi scopre la pietra viva che è Gesù risorto. Noi come chiesa siamo fondati su di lui e, anche quando ci perdiamo d’animo, quando siamo tentati di giudicare tutto sulla base dei nostri insuccessi, Egli viene a fare le cose nuove, a ribaltare le nostre delusioni. Ciascuno questa sera è chiamato a ritrovare nel Risorto colui che rimuove dal cuore le pietre più pesanti.

Chiediamoci allora: qual’è la mia pietra da rimuovere, come si chiama questa pietra? La paura la si supera con questa rimozione.
Non lasciamoci rubare la fede!

Spesso la paura è data dalla mancanza di fiducia. Quando si è pessimisti, quando uno afferma di essere in un tunnel oscuro e di non
vedere la luce, quando si ha la sensazione che la morte è più forte della vita. L’accumulo di questa sfiducia è simile ad un monumento che lo intitoliamo così: il monumento della sfiducia e, la speranza è chiusa in questo monumento.
Non lasciamoci rubare la speranza!

Ecco la domanda sferzante di Pasqua: “ perchè cercate tra i morti colui che è vivo?” Il più delle volte la paura è data dal peccato. Il peccato seduce, promette cose facili e pronte, successo, benessere, ma poi lascia dentro solitudine, angoscia, morte. Il peccato è cercare la vita tra i morti, il senso della vita nelle cose che passano. Gesù non è qui è risorto! Perchè non ti decidi a lasciare quel peccato che, impedisce alla luce divina di entrare?
Non lasciamoci rubare la gioia del perdono!

Di fronte alla tomba vuota, queste donne restano allibite vedono e ascoltano l’angelo del Signore: “ venite, guardate il luogo dove era
stato deposto.” Queste donne – penso -, non hanno il coraggio di dialogare con l’angelo e nemmeno di alzare lo sguardo. Quante volte
capita anche a noi: preferiamo rimanere accovacciati nei nostri limiti, rintanati nelle nostre idee e paure. Perchè lo facciamo? Rispondo così: “perchè nella chiusura e nella tristezza siamo noi i protagonisti, perchè è più facile rimanere soli nelle stanze buie del cuore che aprirci al Signore.” Dio ci chiede di guardare la vita come la guarda lui, che vede sempre in ciascuno di noi la bellezza. Nel peccato vede i figli da rialzare,nella morte fratelli da risuscitare, nella desolazione cuori da consolare. Non temete: il Signore ama questa tua vita, anche quando ai paura di guardarla e di prenderla in mano.
Non lasciamoci rubare l’amore di Dio!

Presto andate a dire ai suoi discepoli: è risorto dai morti, vi precede in Galilea, la voi lo vederete”. Penso che quelle donne avevano
dimenticato la speranza perchè non ricordavano le parole di Gesù e la sua chiamata avvenuta in Galilea. Persa la memoria viva di Gesù,
restano a guardare il sepolcro vuoto. La fede ha bisogno di riandare in Galilea, di ravvivare il primo incontro con Gesù, la sua chiamata: di ricordarlo cioè di ritornare con il cuore a Lui. Ritornare ad un amore vivo con il Signore è essenziale. Gesù non è un personaggio del passato, è una Persona vivente oggi: non si conosce sui libri di storia, s’incontra nella vita. Facciamo memoria di quando Gesù ci ha chiamati, di quando ha vinto le nostre tenebre, resistenze, peccati, di come ci ha toccato il cuore con la sua Parola.
Non lasciamoci rubare la freschezza della Vocazione!

Questa sera, al Signore, chiediamo la grazia di non farci trasportare dalla corrente del mare dei problemi, dallo sgomento, dalle paure e dalle incertezze della vita, ma chiediamo con fede, il coraggio e la forza di cercare Lui in tutto e prima di tutto. E con lui risorgeremo.
Amen!

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